Le tecnologie 4.0, i nuovi canali di comunicazione, le valute virtuali sempre più diffuse anche per gli acquisti di servizi sfidano e stimolano le imprese dei diversi settori. I finanziamenti per l’adeguamento tecnologico rappresentano una tentazione e un impulso a intraprendere un cambiamento desiderato e stimolante, ma che, allo stesso tempo, apre grandi timori e perplessità nelle aziende.
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Quanto sono pronte le piccole aziende a questa ondata di digitalizzazione?
I dati della ricerca effettuata nel 2018 dagli ITS dell’area Servizi alle Imprese tra una rappresentanza di aziende, studi professionali ed esperti del settore marketing, comunicazione e servizi, sono sorprendenti.
Le piccole e medie imprese intervistate e gli esiti dell’analisi desk evidenziano una contrapposizione di emozioni: necessità e spinta a digitalizzare l’impresa e bisogno di assistenza per la riorganizzazione dei processi.
Il timore espresso da alcuni imprenditori è quello di snaturare la realtà e le caratteristiche del proprio business e di avventurarsi in un campo in cui hanno poche competenze. Quindi, se intraprendere questo viaggio è visto come una necessità, dall’altra parte c’è la richiesta di affidarsi ad una Guida o quanto meno ad un interprete di fiducia.
Questa mi sembra essere la metafora più corretta.
Quali sono le figure professionali specializzate richieste dalle aziende?
La vera richiesta espressa dalle imprese è quella di trovare un “interprete” in grado di affiancarle, entrare nei processi aziendali e guidarle in una trasformazione che parta dall’interno.
Ecco che le figure in esito alla ricerca vanno tutte in questa direzione: il Tecnico superiore per l’Innovazione aziendale in grado di analizzare i processi aziendali per migliorare le performance di business attraverso l’introduzione di nuove tecnologie e di identificare le aree dove sono necessari cambiamenti nel sistema operativo e di lavoro. Una figura specializzata, con competenze tecniche, in grado di occuparsi del marketing e della gestione delle Imprese.
Nella stessa direzione vanno anche il Tecnico per il processo di customizzazione del prodotto/servizio e l’Analista di dati per le decisioni aziendali: entrambi in grado di adattare i processi o i prodotti aziendali alle esigenze dei clienti nell’ottica della customizzazione o rispondenti alla necessità di formulare degli “schemi interpretativi” per guidare le scelta aziendali.
Si profilano così dei nuovi tecnici specializzati con spiccate capacità relazionali e in grado di fare da mediatori o interpreti tra i clienti e i tecnici aziendali.
Dove stiamo andando con le competenze tecnologiche?
Che siano aziende che vogliono digitalizzarsi o acquisire nuove competenze tecnologiche o aziende fortemente avanzate, in entrambi i casi la richiesta più manifesta è quella di giovani in grado di parlare il linguaggio del cliente e tradurlo per essere adattato (ricodificato) ai processi aziendali.
Analizzeremo le competenze di questi tecnici nei prossimi articoli, ma per il momento concentriamoci sulla sfida che il MIUR ha affidato agli ITS: preparare i giovani tecnici ad interpretare questi nuovi ruoli chiave che le aziende identificano!
Da leggere: Cosa fare dopo la maturità? Opportunità delle nuove professioni digitali
L’alta specializzazione tecnologica deve supportare la digital transformation delle aziende italiane
In questa direzione vanno infatti le richieste del Ministero che chiede al Sistema ITS di formare dei tecnici preparati sulle competenze 4.0. Cosa significa questo? I tecnici superiori devono essere programmatori? No; ma devono conoscere le tecnologie e familiarizzare con esse per supportare la digital trasformation delle aziende italiane.