

È possibile la ripresa post Covid?
Quali sono le prospettive future che ci attendono e quali le strategie d’impresa per affrontare la ripartenza?
Queste e altre domande hanno alimentato il dibattito all’Aviation Industry Challenge – Chapter 1 “Training for the Future”, evento in streaming organizzato da Club Lounge Italia, in collaborazione con IBAR (Italian Board of Airline Representatives), Sistema ITS, SimpliFlying Global Institute e 360 Frame Media
L’incontro è dedicato al settore aeronautico, in particolare al trasporto dei passeggeri, che sta soffrendo una crisi senza precedenti, crisi dovuta anche alle misure di restrizione della mobilità previste nei decreti delle diverse fasi. Ora c’è una ripartenza lenta e difficile che deve confrontarsi con nuove dinamiche.
Aviation Industry Challenge ha rappresentato un’opportunità di approfondimento dai professionisti sul nuovo scenario che costringe compagnie aeree e aeroporti a riorganizzare i propri asset e cambiare strategie di sviluppo, comunicazione e processi di lavoro, generando nuovi ruoli professionali che devono essere adeguatamente formati per affrontare questa sfida.
Rappresentanti di realtà variegate del settore aeronautico, gli ospiti hanno condiviso stati d’animo, esperienze e soluzioni che in poco tempo hanno dovuto adottare per far fronte alla situazione emergenziale. Ognuno ha presentato la propria ricetta vincente, la strategia che è stata adottata dalla propria azienda e che ha permesso di affrontare le trasformazioni provocate dalla crisi. Ma tutti gli interlocutori sembrano concordare su un trinomio vincente: pianificazione, innovazione, formazione.
Prima che scoppiasse l’epidemia, il settore del trasporto aereo vantava performance decisamente positive, come ha illustrato Stefano Tarantini, responsabile Direzione Sviluppo Gestione Aeroporti ENAC – Ente Nazionale Aviazione Civile: «Parliamo di 191 milioni di passeggeri nel 2019 con ritmi di crescita del 3,5% annuali e una previsione nel 2020 di circa 200 milioni di passeggeri»
Con l’emergenza epidemiologica si è creata una situazione senza precedenti, la mobilità aerea si è praticamente azzerata e questo ha portato una conseguente crisi degli operatori di tutta la filiera del settore aereo, soprattutto per gli operatori degli aeroporti con un numero di passeggeri inferiori a un milione, la cui condizione economico-finanziaria già precaria è stata ulteriormente aggravata dalla pandemia.
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I rimedi anticrisi: la pianificazione e il coordinamento delle procedure
«In una situazione come questa, se non hai la capacità di pianificare e di inserire le azioni in un sistema integrato, non puoi avere successo e non sei nelle condizioni di superare la crisi» ha spiegato Federico Scriboni, responsabile Aviation Business Development ADR – Aeroporti di Roma.
Poi ha illustrato le misure intraprese per garantire la sicurezza nei voli dei passeggeri di Fiumicino e Ciampino: grazie alla condivisione delle procedure adottate dai colleghi di Wuhan, l’aeroporto di Fiumicino si è prefissato l’obiettivo di diventare l’aeroporto più sicuro del mondo.
L’aeroporto romano è stato il primo in Europa a incrementare il numero di dispositivi di misurazione della temperatura corporea per passeggeri e colleghi, ha realizzato un’area interna all’aeroporto per effettuare i test ai passeggeri che provenivano da Paesi a rischio e recentemente è stato inaugurato allo scalo romano il più grande drive-in area, destinato non solo ai passeggeri, ma anche ai cittadini romani.
Tra le priorità emerge quella di rafforzare le reti di coordinamento internazionale tra i governi al fine di fronteggiare con maggiore efficacia le sfide future: «Tutti i settori coinvolti nella filiera aeronautica devono relazionarsi con i governi nazionali per prendere in considerazione e introdurre limitazioni e regole che siano però armonizzate, concordate dalle parti e proporzionate al rischio reale» ha aggiunto Luciano Neri, Segretario Generale IBAR Italian Board of Airline Representatives.
I rimedi anticrisi: l’innovazione
Come reagire alla crisi?
C’è chi investe nell’innovazione, come Paolo Drago, CEO della società Aviointeriors S.p.A, specializzata nella progettazione e produzione di interni per cabine di aeromobili e sedili per passeggeri.
L’azienda è parte integrante del sistema produttivo aeronautico e come tale ha sentito il peso della crisi che ha colpito il settore. Ma non si è fermata, anzi: il periodo del lockdown ha dato l’opportunità all’azienda di sviluppare nuove soluzioni di design innovativo, capaci di garantire la continuità dei voli nel rispetto della sicurezza dei passeggeri.
Tra le diverse soluzioni proposte da Aviointeriors c’è uno scudo di vetro in grado di isolare e proteggere i passeggeri della economy class oppure la realizzazione dei posti centrali rivolti in senso opposto agli altri due laterali.
I rimedi anticrisi: la formazione
Se prima del lockdown la formazione era poco considerata o sottovalutata dalle imprese, l’emergenza epidemiologica ha confermato l’importanza dell’acquisizione di nuove competenze per affrontare la crisi, posizionando di fatto la formazione come un asset vincente per la ripartenza.
La tesi che vede la formazione dei dipendenti come chiave per acquisire gli strumenti di difesa anti crisi è stata sostenuta e dimostrata dai rappresentanti del mondo formativo che sono intervenuti nel dibattito «La nostra missione è aiutare le imprese e per fare questo abbiamo dovuto formarle» ha detto Marc Bang, managing director di SimpliFlying Institute, struttura che collabora con 100 aeroporti e compagnie aeree per erogare corsi di formazione che possano aiutare i professionisti delle compagnie aeree, esistenti e future, a comprendere e gestire le strategie di comunicazione e marketing, soprattutto in periodi di forte crisi.
«La formazione è uno straordinario acceleratore di processi e viene spesso utilizzata nelle aziende per veicolare trasformazioni e innovazioni» ha dichiarato Laura Castellani, responsabile Progetti Formativi della Fondazione ITS Servizi alle Imprese e portavoce del Sistema ITS.
Le sfide non spaventano certo gli Istituti Tecnici Superiori, anzi sono ingaggianti e stimolano la definizione di nuovi progetti e strategie formative. D’altronde gli ITS si interfacciano da dieci anni con una delle sfide più grandi: costruire un ponte tra la scuola e il mondo del lavoro, formare giovani professionisti in grado non solo di leggere le dinamiche mutevoli del mercato, ma di avere le competenze manageriali e digitali per prevenire e superare le crisi future.
Diventa fondamentale quindi non solo formare i lavoratori di oggi, ma anche e soprattutto predisporre le basi per la preparazione consapevole e competente delle future generazioni di professionisti: lo sviluppo delle competenze deve realizzarsi in una stretta sinergia tra scuola e lavoro, nella lettura delle esigenze del mercato e attraverso l’esperienza pratica all’interno di contesti aziendali.
Ecco perché è importante la presenza delle aziende nei processi formativi, per disegnare con loro le competenze dei futuri professionisti, sulla base dei fabbisogni dei diversi settori: «L’azienda non è soltanto il punto di arrivo, ma rappresenta il partner con cui si immagina un percorso»
Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, ma oggi possiamo constatare come la crisi abbia accelerato il processo di trasformazione e adattamento ai cambiamenti, come siano diventati necessari la pianificazione, l’organizzazione, l’innovazione, ma anche «la sostenibilità, la cooperazione con gli stakeholders nella realizzazione dei piani, lo sviluppo di competenze nella leadership o nel change management e le cosiddette digital skills» come ha detto Alīna Roščina, vice president Human Resources – AirBaltic, raccontando la strategia vincente adottata dalla propria compagnia.
Con una maggiore consapevolezza e preparazione possiamo gestire (e persino prevedere!) i cambiamenti e le crisi che possono celarsi all’orizzonte. Senza abbandonarci allo sconforto e alla rassegnazione, possiamo predisporre il nostro tessuto produttivo, a partire dal settore aeronautico, alla capacità di fronteggiare e superare la crisi, abbracciando le parole incoraggianti di Alīna Roščina.
«I believe in recovery» ha detto, portando un raggio di sole tra le nubi del presente.
Ecco un piccolo estratto degli interventi