Certificazione degli apprendimenti, tracciabilità della formazione, valorizzazione delle esperienze personali: sono solo alcuni degli argomenti trattati nel corso dell’evento “Dalla piattaforma Blockchain alla certificazione degli apprendimenti nei percorsi formativi”, che si è tenuto lo scorso 10 dicembre presso i locali della Borsa Merci di Agro Camera di Roma.
L’iniziativa, organizzata dalle Fondazioni ITS Servizi alle Imprese e ITS Agroalimentare di Viterbo, in collaborazione con DiCultHer, Lirax.org e Irase Nazionale, con il contributo di Fonservizi e il patrocinio dell’Università degli Studi Roma Tre, ha visto la partecipazione, fra gli altri, dell’Assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Lazio, Claudio di Berardino, del Direttore Operativo degli Spazi Attivi di Lazio Innova, Luigi Campitelli, e della Dirigente Ufficio V del MIUR, Antonietta Zancan.
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La sperimentazione del modello certificazione delle competenze
Obiettivo della giornata era quello di dare avvio alla sperimentazione di un modello digitale di #LIBRETTO Formativo del Cittadino finalizzato alla raccolta e all’attestazione delle competenze di studenti e lavoratori, acquisite in contesti formali e non formali.
Il progetto mira cioè a raccogliere, catalogare e certificare su un’unica piattaforma tutte le esperienze formative e lavorative degli iscritti, così da renderle riconoscibili, tracciabili e utilizzabili, soprattutto in situazioni di transito e cambiamento nel contesto di lavoro o di formazione.
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di rispondere a una problematica reale nel mondo attuale della formazione: quella di tenere traccia agevolmente di tutte le esperienze formative che le persone (lavoratori e studenti) svolgono nel corso della loro vita.
Esempio di vita pratica: devo presentare il cv per un colloquio di lavoro. Mi chiedono attestazione dei titoli di studio… Chissà dove ho messo il diploma! Che faccio? Un’autocertificazione? Sarà sufficiente?
Secondo esempio: mi assumono. A questo punto mi chiedono se ho già svolto la formazione informazione obbligatoria in materia di sicurezza. Sì, mi sembra di ricordare che ho svolto un corso… ma quanti anni fa? Che classe di rischio? Bassa, media o alta?
Ecco, la sperimentazione promossa dalle Fondazioni ITS va proprio in questa direzione, quella di certificare e archiviare tutte le nostre esperienze formative, che rimangono così a disposizione nostra e delle aziende a cui concediamo di accedere.
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Certificazione degli apprendimenti e delle competenze professionali
Il principio alla base è il seguente: le scuole, le Università, gli enti di formazione registrano sul portale gli allievi che hanno completato i percorsi e, mediante la tecnologia Blockchain, certificano i loro apprendimenti. Ogni allievo, a questo punto, ha accesso alla sua scheda, che contiene l’elenco di tutte le esperienze formative registrate: queste resteranno a sua disposizione sia per consultazione personale, sia per essere girate all’azienda che gliele richiede.
L’(ex)allievo non dovrà infatti far altro che produrre un Qr code temporaneo che consentirà all’azienda di accedere solo a quei dati che lui vuole mettere a disposizione. I vantaggi di questo tipo di soluzione sono molteplici e riguardano soprattutto aspetti collegati con la tracciabilità delle informazioni e il loro rapido reperimento.
Il limite riguarda invece il fatto che la piattaforma (e quindi gli enti che su essa operano) non possono certificare quelle che oggi vengono definite “competenze non formali”, cioè tutte quelle acquisite in contesti non ufficiali e, di solito, caratterizzate da uno spiccato aspetto pratico (ad esempio quelle sviluppate nello svolgimento delle mansioni lavorative, nello sviluppo di un hobby, nella pratica di volontariato, ecc.). Ma niente paura! Per rispondere a questa problematica le Regioni (e in primo luogo la Regione Lazio), su impulso degli stimoli prodotti in tal senso a livello europeo e con la preziosa collaborazione dell’INAPP, stanno attualmente sviluppando una sperimentazione per l’elaborazione di un sistema di messa in valore degli apprendimenti, che consenta, a chi ha maturato adeguate esperienze di studio, lavoro e vita personale, di acquisire una qualificazione professionale o un titolo abilitante.
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L’apprendimento permanente per la valorizzazione delle competenze e dei percorsi formativi
Si tratta di “uno strumento attuativo di promozione dell’apprendimento permanente quale diritto della persona, al fine di assicurare a tutti pari opportunità di riconoscimento e valorizzazione delle competenze comunque acquisite, in accordo con le attitudini e le scelte individuali e in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale”.
All’atto pratico tale sistema permetterà agli individui sia di poter personalizzare i percorsi formativi, mediante il riconoscimento di crediti formativi che portino a riduzione di durata e/o all’accesso in deroga al livello di istruzione formale posseduto, sia di certificare le competenze maturate nel corso della vita attiva, senza obbligo di partecipazione ad una attività formativa.
Attualmente il sistema è in fase di implementazione e sarà completamente operativo presumibilmente a partire dal prossimo anno: è certo però che si tratta di una vera e propria rivoluzione nel mondo della formazione, in grado di scardinare i concetti tradizionali di aula e percorsi standardizzati. D’altra parte tale modello funzionerà, almeno in un primo tempo, mediante i canali tradizionali di certificazione, con produzione di attestati cartacei personali.
In quest’ottica le due esperienze descritte dimostrano perciò perfettamente la loro complementarietà e l’auspicio è dunque quello che il loro sviluppo possa procedere sulla strada del confronto e della sinergia.
La formazione sta cambiando: noi siamo pronti a cambiare insieme a lei?