Formazione finanziata: le competenze come leva di sviluppo e competitività

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7 Ottobre 2020

Parlando con le aziende dei loro fabbisogni e della possibilità di fare formazione finanziata, in questi giorni ci sentiamo rispondere sempre più spesso: “Ora non ho proprio tempo”, “No, adesso non riesco a metterci la testa”, oppure “Siamo troppo impegnati a riorganizzarci”, “Ora non ce lo possiamo permettere”.

Atteggiamento comprensibile, certo: in questo periodo di crisi e di emergenza, le aziende vogliono dedicare tutto il loro tempo alla produzione o all’offerta di servizi sempre più efficienti, sicuri e ottimizzati.

Ma quello che spesso sfugge è che, per poter rilanciare con successo le proprie attività in un periodo difficile come quello che stiamo affrontando, è indispensabile ripensare completamente il modello organizzativo, le modalità di erogazione dei servizi, le strategie comunicative e promozionali.

E questo richiede consapevolezza, preparazione e competenza: insomma, cose che non si improvvisano.

E se a marzo dello scorso anno era necessario fronteggiare un’emergenza di cui non conoscevamo né la portata, né l’entità, né le conseguenze, ora abbiamo capito che questa situazione porterà a una trasformazione completa del nostro tessuto produttivo e del nostro modo di vivere e fruire il territorio.

Ha già introdotto e continuerà a introdurre modifiche al nostro modo di lavorare, che non scompariranno insieme al virus, ma che diventeranno stabili e consolidate: le aziende che non riusciranno ad adeguarsi ai nuovi modelli e non sapranno evolversi sono perciò destinate a rimanere fuori dal mercato.

La formazione come leva di sviluppo

Questo dimostra come per le aziende sia imprescindibile percorrere al più presto la strada della riorganizzazione: ma dedicare tutto il proprio tempo a cercare di adeguarsi ai nuovi paradigmi senza averne le competenze e senza aver prima ridefinito un piano complessivo potrebbe non portare i risultati sperati.

Per governare il cambiamento, infatti, è necessario prepararlo, elaborando una strategia di sviluppo e dotandosi delle risorse necessarie per attuarla.

In quest’ottica, allora, prendersi del tempo per fare formazione vuol dire investire nello sviluppo delle competenze necessarie per implementare e gestire efficacemente i processi di riorganizzazione e di rilancio delle aziende.

Investire nello sviluppo delle competenze necessarie

Non è tempo perso: è tempo investito prima per acquisire gli strumenti che ci consentiranno di andare più veloci poi, senza corriere dietro alle trasformazioni, ma anticipandole, affiancandole e governandole.

 

La strada della formazione finanziata

L’altra obiezione che le aziende che contattiamo spesso ci muovono riguarda la mancanza di risorse economiche da dedicare: fare formazione, soprattutto affidandosi a professionisti esperti, è spesso costoso, e trovare le risorse necessarie è difficile, soprattutto in un periodo emergenziale come quello che stiamo vivendo.

Ma niente paura! Come abbiamo già ripetuto più volte sul blog, esistono diversi strumenti che consentono alle aziende di fare formazione a costo zero o quasi: quelli della formazione finanziata.

Si tratta cioè di canali dedicati al finanziamento degli interventi formativi rivolti ai dipendenti delle aziende per migliorarne la competitività: Fondi Interprofessionali in primis, ma anche iniziative regionali o finanziamenti nazionali. Vediamoli più da vicino.

Se vuoi approfondire il mondo della formazione finanziata, ecco una miniguida molto utile per cominciare: Miniguida per la progettazione di piani formativi finanziati

I Fondi Interprofessionali

Sono organismi associativi promossi dalle organizzazioni sindacali, che vengono finanziati con quota parte delle contribuzioni dei lavoratori versata all’INPS.

Il funzionamento è piuttosto semplice: tutte le aziende sono infatti tenute al versamento mensile dei contributi all’INPS per i propri dipendenti. All’interno di questi contributi, è presente una quota (pari allo 0,30% del totale) chiamata “contributo contro la disoccupazione involontaria”. Ogni azienda può liberamente decidere, iscrivendosi a uno dei Fondi Interprofessionali, di girare questa quota dall’INPS al Fondo stesso: si tratta di un diritto sancito dalla legge 388/2000, quella, cioè, di istituzione dei Fondi stessi.

L’iscrizione è totalmente gratuita e avviene in sede di trasmissione Uniemens: sarà il consulente del lavoro ad “agganciare” il codice del Fondo prescelto nel momento della compilazione del modello per il pagamento dei contributi.

fondi-interprofessionali

Dal momento dell’iscrizione, l’azienda comincia ad “accantonare” annualmente una quota pari al 70% di quello che versa al Fondo (cioè il famoso 0,30% di cui sopra, pari a circa 40 euro l’anno a dipendente, per il numero dei dipendenti). A questo punto può decidere se utilizzare, per la propria formazione, le risorse accantonata, oppure se partecipare ai bandi che i Fondi pubblicano periodicamente, presentando un progetto che sarà oggetto di valutazione da parte del Fondo stesso.

Da leggere: Fondo Nuove Competenze ANPAL: la formazione come asset della ripresa

Iniziative regionali & affini

Oltre ai Fondi Interprofessionali, anche le Regioni pubblicano periodicamente bandi e iniziative rivolte alle aziende per la formazione del personale: anche in questo caso, alle aziende è richiesto di presentare un progetto in cui specificare la formazione che vogliono effettuare, le caratteristiche degli allievi, il programma di sviluppo a cui la formazione è funzionale, il finanziamento richiesto (secondo parametri definiti dai bandi stessi).

Per supportare le imprese nella predisposizione delle proposte, è possibile rivolgersi agli enti di formazione accreditati presso le Regioni, che si occupano delle attività di progettazione, gestione e rendicontazione delle attività formative secondo le normative regionali.

Scopri le iniziative della Regione Lazio per la ripresa post-pandemia: Innovazione e Gestione dell’Emergenza: le iniziative della Regione Lazio per ripartire

Perciò, care aziende, cosa aspettate? La formazione vi attende!

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Francesca Senigagliesi

Laureata in Lettere, è progettista e orientatrice. Per l'ITS scrive e coordina progetti di formazione per disoccupati e inoccupati, per aziende e professionisti. Esperta di formazione professionale relativa a bandi FSE e FESR regionali, nazionali e Fondi Interprofessionali.

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