La quarta missione del PNRR in ambito istruzione e ricerca mette al centro delle sue riforme quella degli Istituti Tecnici Superiori (ITS).
Quali sono dunque le opportunità – ma anche le sfide – che il PNRR pone nel campo della formazione terziaria?
Il tema è stato affrontato durante il Convegno “ITS ACADEMY LAZIO: frontiere delle Nuova Formazione Terziaria“, evento organizzato dalla Regione Lazio presso l’Istituto Galileo Galilei di Roma.
«Abbiamo organizzato questa giornata per informare i giovani sul significato e la portata degli ITS e
continuare allo stesso tempo il confronto con scuole, università, imprese, Fondazioni ITS, associazioni,
sindacati….» ha spiegato Claudio Di Berardino, assessore Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola, Politiche per la ricostruzione, Personale della Regione Lazio.
Attraverso il coinvolgimento diretto di imprese, università e centri di ricerca scientifica e tecnologica, gli ITS, scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma, rappresentano una fondamentale opportunità di formazione di alcune delle figure professionali più richieste dal mercato, grazie ad una formazione agile, esperienziale ed efficace, finalizzata a garantire agli studenti e le studentesse uno sbocco professionale qualificato.
«Gli ITS sono un’opportunità per i giovani, ma anche per le imprese e i territori, sono un terreno fertile dove possono svilupparsi strategie condivise per innovazione e governo dei processi di trasformazione. Gli its sono una delle azioni concrete per aiutare i giovani per il loro futuro» ha poi proseguito Di Berardino.
Ma facciamo un passo indietro. Una decina di anni fa nascono in Italia gli ITS, un canale formativo terziario parallelo all’università in continuità con il sistema di istruzione e formazione tecnica e professionale e con i licei, simile a quelli esistente da tempo in Germania, Francia, Spagna, Svizzera.
E se all’estero rappresentano una realtà formativa ormai ben consolidata, nel nostro Paese rimangono ancora un segmento formativo di nicchia.
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La Riforma degli Istituti Tecnici Superiori
I riflettori sugli ITS si accendono quando l’ex premier Mario Draghi ha parlato di ITS nel discorso di insediamento al Parlamento, definendoli “pilastro educativo”, richiamando così l’attenzione su una realtà formativa spesso bistrattata o quantomeno messa in ombra dalla proposta universitaria.
Eppure gli its sfornano numeri sull’occupazione importanti: oltre l’80% degli studenti diplomati trova una occupazione, nella quasi totalità dei casi l’impiego è coerente con il percorso di studio e lavoro svolto nel biennio di corso. E le statistiche ci dicono che avremo bisogno di 80 mila diplomati its, tecnici capaci di accompagnare le imprese nel delicato processo di trasformazione digitale.
La Riforma approvata dalla Camera il 12 luglio 2022 sulla Ridefinizione della missione e dell’organizzazione del Sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore inserisce il mondo degli ITS in un ruolo fondamentale della formazione nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
«E’ un importante traguardo per gli ITS perchè questa riforma istituisce a livello ordinamentale e in maniera puntuale questi percorsi formativi terziari a ciclo breve, adatti a rispondere alla flessibilità e velocità del mondo del lavoro e in grado di risolvere il mismatch tra imprese e competenze» ha detto Antonietta Zancan, dirigente MIUR.
La chiave del successo degli ITS: il legame con le Imprese
Il segreto del successo degli ITS? Lo stretto legame con le imprese e i territori.
Gli ITS nascono in sinergia con il tessuto economico e imprenditoriale, si sviluppano per garantire un punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro.
«Gli its sono visti con attenzione dalle imprese perché ci permettono di entrare nella fase di formazione e collaborare quindi a dare un orientamento rispetto a quello che poi servirà, soprattutto competenze tecniche, ma anche competenze relazionali» ha spiegato Ferdinando Lo Re, Learning & Corporate Academy Director di Engineering Ingegneria Informatica S.p.A., azienda specializzata in digital trasformation.
«Sono decenni che lavoriamo su questi temi e battiamo sulla formazione tecnica, sull’avvicinamento della scuola al mondo del lavoro perché conosciamo le esigenze delle aziende – aggiunge Angelo Camilli, Presidente Unindustria Lazio – L’esperienza dell’its è molto importante, l’abbiamo sostenuta perché mette in contatto diretto l’impresa con il suo fabbisogno e la scuola».
Il rapporto tra imprese laziali e Fondazioni ITS sono promettenti, ascoltando quanto riportato da Antonella Zuccaro, primo ricercatore INDIRE: «Il Lazio è un territorio interessante dal punto di vista degli ITS: gli its del Lazio hanno una buona occupazione, oltre la media nazionale e operano in una dimensione tecnologicamente avanzata, hanno un buon rapporto con le imprese».
Giovanni Brugnoli, vicepresidente Confindustria per il Capitale Umano, ha evidenziato il ruolo decisivo, ma anche la responsabilità sociale delle imprese che prendono parte alla formazione dei ragazzi: «Le imprese si sono assunte una responsabilità sociale molto importante per entrare a co-progettare i percorsi di formazione e hanno messo a disposizione laboratori e competenze per mantenere un’elevata qualità dell’insegnamento, un insegnamento che provenga dalle nostre fabbriche».
E sull’importanza dell’orientamento nelle scuole Brugnoli spiega: «Noi stessi stiamo chiedendo a gran voce in termini qualitativi e quantitativi un orientamento nei confronti dell’istruzione tecnica, perchè per noi è officina di talenti.
In Confindustria parliamo di “capitale umano” proprio per l’accezione estremamente strategica per il benessere delle nostre imprese, ma soprattutto per la ricchezza del nostro territorio.
La riforma non è un punto di arrivo, ma una nuova ripartenza»
L’Orientamento nelle scuole come vero processo formativo
Ripartenza che deve prendere avvio innanzitutto dalla scuola, luogo di crescita umana e culturale.
Una trasformazione che parte proprio dalle scuole, dagli insegnanti, dalle attività di orientamento, che non può più avere una mera funzione informativa, ma deve essere un vero processo formativo di accompagnamento all’autoconsapevolezza.
Pensiero sostenuto da Antonella Zuccaro, che definisce gli ITS «una sfida per cambiare il paradigma culturale». Sfida che parte dagli insegnanti: «E’ importante intercettare gli insegnanti nelle scuole superiori, che hanno un ruolo fondamentale nell’orientamento, non solo verso i percorsi tradizionali, ma anche verso i percorsi professionalizzanti realizzati in collaborazione con le imprese e di ascolto alle loro esigenze».