In seguito al sorgere dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid, si è innescata un ripensamento da parte dei lavoratori che hanno iniziato a ripensare le loro priorità attribuendo maggior peso all’equilibrio tra lavoro e tempo da dedicare a a sé ( life balance work).
Questo ha innescato un processo di ripensamento e riflessione che non ha coinvolto esclusivamente l’organizzazione del lavoro, ma anche il bilanciamento tra quest’ultimo e la vita privata di ciascun lavoratore.
Questo ha spinto molte aziende a adottare un approccio organizzativo più flessibile rispetto al passato.
Questo processo come vedremo tra un attimo è stato in parte obbligato, ma è stato reso possibile, anche, grazie ad un cambiamento di concessione nel modo di pensare al lavoro sia da parte delle persone che delle aziende, favorito dalla diffusione delle nuove tecnologie digitali.
Nei prossimi paragrafi approfondiremo i principali cambiamenti avvenuti in questo contesto.
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Smart Working e approccio life balance work
Abbiamo detto che la crisi epidemiologica ha prodotto una serie di cambiamenti organizzativi e nel modo di approcciarsi all’attività lavorativa da parte dei lavoratori.
Infatti, in questo contesto le aziende sono state costrette a ripensare gli ambienti lavorativi spingendo moltissimo sullo smart working, un approccio maggiormente flessibile, che nel mondo anglosassone già era presente da molti anni ma totalmente nuovo nel contesto aziendale italiano.
Questo ha comportato la necessità da parte di molte aziende di dotarsi di strumentazioni tecnologiche, contribuendo, in modo decisivo alla digitalizzazione sia in un contesto privato che pubblico.
Life balance work come nuovo approccio di vita
Cambiamento che ha fatto da apripista ad un nuovo approccio rispetto al lavoro anche da parte dei lavoratori: la smart work – life balance. Ma in cosa consiste?
L’approccio smart work balance si basa essenzialmente su trovare una modalità organizzativa che tenga conto non solamente del lavoro ma anche delle esigenze dei lavoratori di trovare un bilanciamento tra vita privata e attività lavorativa.
In particolar modo si richiede il superamento di un’organizzazione di stampo fordista che vincola il lavoratore alla presenza fissa sul luogo di lavoro.
Infatti, l’organizzazione lavorativa è stata per molto tempo legata ad un retaggio, modalità ed abitudino pensate per lavori più manuali che necessitavano la presenza in loco da parte dei lavoratori.
Oggi il contesto lavorativo è cambiato, con la predominanza, del settore dei servizi rispetto al settore primario e secondario.
Negli ultimi anni, grazie all’avvento della rivoluzione digitale si sono diffusi lavori che per essere eseguiti necessitano di tecnologie digitali e per questo motivo possono essere tranquillamente svolti da remoto.
Il lockdown ha permesso alle aziende e ai lavoratori di prendere consapevolezza di questi cambiamenti in atto ed attrezzarsi di conseguenza.
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Lo smart work – balance life come valore aggiunto
Questo nuovo modo di lavorare, almeno in Italia, per molti anni non è stato ben vista dalla maggior parte degli imprenditori che nel timore di perdere il controllo sulle attività svolte dai propri dipendenti, hanno frenato il diffondersi di un approccio organizzativo più flessibile.
Il lockdown ha spazzato via questi timori e molti studi scientifici che si sono occupati dell’argomento hanno evidenziato i vantaggi di questo nuovo approccio lavorativo.
Infatti, dai dati analizzati è emerso che una maggiore flessibilità ha come effetto quello di aumentare la produttività del lavoro che a sua volta comporta un aumento delle entrate aziendali.
In un contesto produttivo come quello italiano in cui l’indice di produttività per lavoratore è tra i più bassi d’Europa appare un’occasione da utilizzare al meglio.
Inoltre, una maggiore flessibilità si ricollega anche agli obiettivi richiesti per sviluppare un’economia più sostenibile nella lotta alla riduzione delle emissioni.
Infatti, basti pensare ai milioni di persone che ogni giorno si spostano per recarsi sul luogo di lavoro e che per questo motivo creano inquinamento dovuto principalmente ad ingorghi stradali. Con la possibilità di lavorare da casa queste emissioni si possono ridurre in modo drastico.
Inoltre, molte imprese sono state costrette a dotarsi di tecnologie informatiche di cui prima non disponevano favorendo così una spinta decisiva verso la digitalizzazione della nostra economia.
Grazie a questo cambiamento forzato il nostro paese ha avuto una spinta importante nel prendere una serie di decisioni che lo hanno avvicinato al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 redatta dalle Nazioni Unite che insieme alla Convenzioni di Parigi rappresenta la linea guida per lo sviluppo di un’economia maggiormente sostenibile.
Quindi, questi cambiamenti hanno favorito la presa di coscienza da parte delle nostre aziende dell’applicazione del Diversity Management e dei suoi vantaggi in termini di produttività e soddisfazione dei lavoratori.
Che cos’è il diversity management? Lo approfondiremo nel prossimo paragrafo.
Flessibilità e Diversity Management
La flessibilità rientra all’interno dell’approccio della Diversity Management, una riflessione sulla gestione organizzativa sviluppata a partire dagli anni 80’ che punta sui principi di uguaglianza e parità.
Questo approccio si orienta verso la creazione di valore mediante l’investimento strategico nelle risorse umane. Gestire la diversità significa, più nello specifico, investire sull’unicità delle persone e conseguentemente, creare le condizioni affinché esse siano in grado di contribuire concretamente al conseguimento degli obiettivi aziendali. In questo modo l’impresa arriva a sviluppare un sistema che è inclusivo, creativo, flessibile, competitivo ed efficiente.
Quindi come abbiamo visto da queste prime righe la flessibilità in un contesto lavorativo rappresenta solamente una delle componenti dell’approccio al Diversity Management.
Infatti, tra gli obiettivi del Diversity Managemnt legati alla flessibilità rientra anche quello di dare spazio a categorie tradizionalmente svantaggiate come donne e madri con la creazione di orari di lavoro più flessibile in base alle necessità della loro vita privata.
Questo approccio anche se limitato nel nostro paese, all’estero ha prodotto ottimi risultati in termine di ritorno economico per le aziende che hanno sostenuto il cambiamento, grazie alla creazione di uno spazio di lavoro maggiormente inclusivo che ha prodotto una maggiore soddisfazione del personale e un aumento di produttività.
Tutti questi cambiamenti sembrano coinvolgere soprattutto le fasce più giovani che a gran voce chiedono un cambiamento di mentalità sull’organizzazione lavorativa tanto da dare vita ad un vero e proprio movimento: La Yolo Economy.
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Work – life balance e Yolo Economy
Come abbiamo visto le persone sono sempre più alla ricerca di un equilibrio tra lo spazio dedicato al lavoro e quello dedicato alla vita privata. Anche le aziende sembrano aver fatto un passo decisivo in questa direzione.
In questo contesto rientra anche la cosiddetta Yolo Economy che sembra coinvolgere maggiormente i ragazzi più giovani.
Ma in cosa consiste la Yolo Economy?
La Yolo Economy è una corrente di pensiero che sta rivoluzionando il mercato del lavoro. La traduzione di questo acronimo You Only Live Once, “si vive una volta sola”.
Come abbiamo visto la pandemia ha prodotto un ripensamento sulle priorità da parte dei lavoratori.
In particolare, la pandemia sembra aver creato nei ragazzi la voglia di lavorare in modo differente rispetto alle generazioni che le hanno preceduti.
Da quello che è emerso dagli studi che hanno analizzato questo fenomeno sempre più persone vogliono svolgere un’attività lavorativa più flessibile che permetta di lavorare da casa oppure quando si è in viaggio.
Inoltre, rispetto al passato i più giovani sembrano preferire un’attività da freelance rispetto ad un lavoro da dipendente che indubbiamente concede più garanzie ma anche più obblighi verso il datore di lavoro. Per questo motivo sembra che siano più propensi al rischio per ampliare i propri orizzonti e crearsi un futuro migliore e alla portata delle proprie necessità e aspirazioni.
Riepilogando, quindi, le principali caratteristiche della Yolo Economy sono:
- Luoghi di lavoro meno tradizionali;
- Un lavoro più propositivo e interessante;
- Orari di lavoro flessibili;
- Più voglia di concentrarsi sulle proprie passioni;
Questo fenomeno è stato alla base anche della Great Resignation, che ha visto lasciare il posto di lavoro negli Stati Uniti a ben 4,3 milioni di persone, e mezzo milione di persone in Italia.
Indubbiamente questo impone un ripensamento anche da parte delle aziende che in futuro saranno costrette a concedere maggiore flessibilità per rimanere appetibili verso i maggiori talenti.
Quindi abbiamo visto come la pandemia ha accelerato dei cambiamenti importanti, già in atto, nel mercato del lavoro e come questi cambiamenti hanno imposto ed imporranno in futuro dei ripensamenti alle aziende, ai lavoratori ed ai principali attori istituzionali che saranno costretti a adeguare la legislazione vigente a queste nuove istanze.
Tuttavia, è ancora presto per riuscire a capire effettivamente quali impatti avranno sul modo di organizzare il lavoro in futuro ma sicuramente quello che sembra emergere è la necessità da parte dei lavoratori di trovare un maggiore equilibrio, che tenga in maggior considerazione la propria vita privata e come di conseguenza le aziende dovranno concedere maggiore flessibilità ai propri dipendenti.
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