![](https://www.itssi.it/wp-content/uploads/2022/01/Case-management-e1701256377324.jpg)
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Uno dei grandi problemi che investe non solamente il nostro paese ma l’intero continente europeo è la cosiddetta disoccupazione di lungo periodo, la quale, coinvolge migliaia di lavoratori che pur volendo trovare un impiego rimangono in uno stato di disoccupazione.
Questo fenomeno è dovuto in parte alla transazione digitale che l’economia sta vivendo e che lascia indietro le persone che non dispongono di queste competenze. Quindi si genera la situazione in cui ci sono molti disoccupati e molti posti di lavoro liberi.
Naturalmente questa situazione ha un grandissimo impatto da un punto di vista sociale, comportando un onere non indifferente alle casse dei singoli Stati che erogano contributi di sostegno.
Per fronteggiare questo problema l’Unione Europea ha proposto di introdurre una serie di riforme che incentivino le politiche attive del lavoro. Ed in particolare la riforma dei centri per l’impiego, i quali devono adottare una nuova strategia di assistenza alle persone disoccupate, adottando l’approccio del Case Management.
Ma cos’è il Case Management? Vediamo di approfondirlo in questo articolo.
Contents
Il Case Management: definizione e caratteristiche
Il concetto di Case management è stato introdotto nel settore socio-sanitario negli Stati Uniti negli anni 20’ del 900.
Nel contesto dei servizi pubblici per l’impiego il case management è alla base delle strategie preventive per ridurre la disoccupazione, attraverso l’identificazione di appropriate misure di intervento personalizzate e la definizione delle necessità di assistenza individuali di ciascun cliente.
La caratteristica principale dell’adozione dell’approccio del case management è quella di concentrarsi sulle risorse/ capacità residue dell’individuo, anziché sul deficit che ne ostacolano l’inserimento lavorativo.
Quindi possiamo affermare che il Case management nei servizi per l’impiego europei è inquadrabile all’interno dell’approccio “Active inclusion” il quale propone un modello di gestione dei casi basato su un supporto individualizzato, integrato e olistico della persona in cerca di lavoro, attraverso la creazione di una rete di istituzioni locali che coinvolga oltre ai centri per l’impiego anche aziende ed enti di formazione.
Perno di questa nuova rete e colui che è chiamato a gestire i casi singolarmente è una nuova figura, quella del case manager che nei prossimi paragrafi approfondiremo insieme.
Ma effettivamente come viene gestito un disoccupato? Quali sono le fasi del Case Management?
Vediamolo insieme nel prossimo paragrafo.
Come abbiamo visto, il Case Management non è altro che l’accompagnamento del disoccupato verso la ricerca di un nuovo impiego. Naturalmente, la persona dovrà essere ascoltata per capire quali sono le sue ambizioni, desideri ed eventualmente anche le problematiche che ne hanno causato lo stato di disoccupazione. Sicuramente è un processo molto articolato e complesso e per questo motivo è stato suddiviso in una serie di fasi, ciascuna delle quali riveste un ruolo molto importante per raggiungere l’obiettivo finale. Vediamole più nel dettaglio:
Presa in carico: in questa fase si accoglie la persona e si procede all’iscrizione;
Valutazione: Attraverso una serie di strumenti quali colloqui verbali, test, esperienze lavorative pregresse ed osservazione diretta della persona, il case manager cerca innanzitutto di comprendere lo stato psicologico – emotivo della persona e successivamente di capire quelli che sono i suoi bisogni, le sue capacità, ma anche la capacità del centro dell’impiego di soddisfare le sue esigenze.
La valutazione è un processo in continua evoluzione che non si limita solamente alla fase iniziale, ma deve essere costantemente modificata in seguito alla ricezione di nuove informazioni e di conseguenza all’emergere di nuovi bisogni.
Pianificazione/definizione obiettivo: In questa fase il case manager una volta aver compreso i bisogni dell’individuo e i suoi obiettivi definisce le attività da compiere per raggiungerli.
In particolare, se necessario, individua gli attori da coinvolgere in questo processo, ad esempio se il cliente ha necessità di avere maggiori competenze per svolgere quella determinata attività lavorativa, il case manager lo metterà in contatto con un ente di formazione. Se il cliente ha difficoltà nella preparazione ad un colloquio, il case manager lo indirizzerà verso un esperto che lo preparerà nel miglior modo possibile.
In altre parole, in questa fase il case manager delinea un percorso individuale da seguire, che una volta concluso, dovrebbe portare la persona verso il nuovo impiego.
L’intervento: Rappresenta la messa in opera di quello che precedentemente è stato pianificato con il cliente. In questa fase il case manager fa da raccordo tra il cliente e gli altri attori chiamati ad intervenire all’interno del percorso individuale.
Monitoraggio: Naturalmente l’andamento di questo percorso deve essere costantemente monitorato da parte del case manager, che in ogni caso, deve essere pronto a modificarlo se si è reso conto che non è completo oppure, nel frattempo, sono sopraggiunte delle complicazioni.
Chiusura del Caso: Nel caso in cui la persona abbia trovato un impiego il case manager redige una relazione e chiude il caso. Viceversa, se il percorso non ha prodotto i risultati attesi, il case manager attraverso un ulteriore intervista con il cliente cerca di comprendere cosa non è andato e in base a questo riprogettare il percorso.
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Il ruolo del case manager
Come abbiamo avuto modo di vedere nel precedente paragrafo, fulcro del sistema è la figura del case manager.
Ma in realtà quali sono le competenze che deve possedere? Non abbiamo una normativa internazionale che inquadri specificamente questa figura professionale.
Questa situazione di incertezza ha portato molto spesso a confondere il case manager con il counsellor che rappresenta una figura professionale diversa. Infatti, il case manager unisce assieme alle competenze tipiche del counselling, anche Skills amministrative e gestionali come ad esempio la capacità di monitoraggio del Piano individuale, di coordinamento della rete dei partner/fornitori, responsabilità di budget e di qualità.
In questo contesto, rivestono un ruolo importantissimo le soft skills che il case manager deve possedere. Infatti, deve essere in grado di istaurare un rapporto di fiducia con il cliente. In particolare, deve motivarlo e assisterlo durante tutto il processo.
Inoltre, deve possedere capacità di coordinamento e gestione della rete di aziende, istituzioni ed altre provider privati coinvolti per raggiungere i risultati attesi in fase di progettazione del percorso individuale.
Deve essere la figura di raccordo tra il cliente (persona in cerca di impiego) e gli altri attori coinvolti per permettere a quest’ultimo di essere reintegrato nel contesto lavorativo.
Il Case management rappresenta sicuramente un’innovazione all’interno dei servizi dell’impiego che attraverso una nuova visione basata sull’integrazione e il coinvolgimento di diversi attori istituzionali, privati ed aziende cerca di dare una risposta rapida alle esigenze delle persone in cerca di un impiego in un’ottica di valorizzazione e miglioramento costante delle politiche attive del lavoro.