Quali sono i lavori e le nuove professioni post Covid?

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17 Marzo 2021

La situazione che stiamo vivendo rappresenta una delle crisi più importanti degli ultimi decenni. E proprio come ogni crisi accelera processi e cambiamenti già in atto.

Il maggiore impatto si manifesterà nel mercato del lavoro dove potremmo assistere alla presenza di una disoccupazione di tipo strutturale, dovuta al passaggio dei lavoratori da settori produttivi tradizionali a settori tecnologicamente avanzati.

Di recente il McKinsey Global Institute ha pubblicato una ricerca “The future of work after Covid-19” il cui scopo è quello di studiare gli impatti duraturi sulla domanda di lavoro, il mix di occupazioni e le competenze della forza lavoro richieste in otto paesi con diversi modelli economici e di mercato del lavoro: Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.
Insieme, questi otto paesi rappresentano quasi la metà della popolazione globale e il 62% del PIL.

Gli impatti della crisi sul mercato del lavoro

La pandemia ha spinto aziende e consumatori ad adottare rapidamente nuovi comportamenti che persisteranno anche in futuro, portando ad una discontinuità tra mercato del lavoro ante pandemia e quello post pandemia. Ma vediamo più nel dettaglio quali sono stati i principali cambiamenti.

Forse l’impatto più evidente del COVID-19  è  stato sulla forza lavoro con l’aumento dei dipendenti che lavorano da remoto.

Secondo la ricerca effettuata da Adecco “ Future of Work Post – Covid. Bridging Divide For Shared Prosperity i manager sono favorevoli al mantenimento di un format di lavoro prevalentemente da remoto (ne è convinto l’82% contro un timido 48% dei lavoratori), quest’ultimi (75%) invece desidererebbero una maggiore flessibilità a livello di ore equamente distribuite tra ufficio e casa.

Questa scelta se portata avanti da un gran numero di persone potrebbe portare a un grande cambiamento nella geografia del lavoro, poiché individui e aziende si potrebbero spostare dalle grandi città ai centri più piccoli.

Un altro grande impatto è stato lo sviluppo dell’e-commerce che è cresciuto di cinque volte rispetto ai volumi pre Covid. Molte persone intervistate affermano che continueranno ad usare questo metodo di acquisto anche in futuro.

Naturalmente questo avrà delle conseguenze sul commercio al dettaglio e anche sull’occupazione.

Un’altra conseguenza è rappresentata da uno dei metodi con cui le aziende tradizionalmente affrontano periodi di crisi ed incertezza. Nell’ultimo periodo infatti si è fatta registrare una spinta più decisa all’adozione di tecnologie avanzate in modo da ridurre i costi.

Secondo il sondaggio del McKinsey Global Institute, su 800 dirigenti senior a luglio 2020, due terzi hanno dichiarato che stavano intensificando gli investimenti nell’automazione e nell’intelligenza artificiale.

Tutto questo può avere ripercussione sul nostro modo di vedere il lavoro? Quali saranno i lavori più richiesti? Come ci si può preparare per non farsi trovare impreparati di fronte al cambiamento?

Nei prossimi paragrafi cercherò di spiegarlo.

Da leggere: Manovra 2021. Nuovi incentivi per l’imprenditoria femminile

Lavoro post covid articolo

Lavori più richiesti dopo il Coronavirus

Come sappiamo lo scenario economico non è tra i più rosei, ciononostante ci sono dei settori che proprio in virtù dei meccanismi in atto, spiegati nel precedente paragrafo, beneficeranno di un incremento di domanda di lavoro. Ma quali sono?

Secondo Adecco Group una volta terminata la crisi ci sarà un incremento di richieste per:

  • Infermieri specializzati: L’emergenza sanitaria ha mostrato, infatti una carenza di personale all’interno degli ospedali e quindi è plausibile che si vedrà un aumento di richiesta di lavoratori in questo settore;
  • Addetti alla GDO e alla logistica, con un +60%
  • Specialisti di e-commerce e addetti al magazzinaggio, logistica e consegna, che ha causa della chiusura dei negozi hanno visto impennare il loro fatturato durante l’emergenza.

Le nuove professioni post Covid

Accanto a questi lavori continuerà a crescere anche la domanda di lavoro nel settore digitale.

Nei precedenti articoli abbiamo visto come tra le figure più richieste ci siano:

  • Cyber Security Expert
  • User Experience Director
  • Data analyst
  • Mobile Developer
  • Web Analyst
  • Digital Copy Writer
  • Community Manager
  • Seo specialist
  • Sem specialist
  • Blockchain Specialist.

Le soft Skills: competenze sempre più richieste

Anche le competenze che saranno richieste dopo il coronavirus cambieranno notevolmente e assumeranno un peso più importante le cosiddette soft skill, ossia delle competenze trasversali che scardineranno in modo definitivo le hard skill, ma cosa sono?

Sono competenze che raramente sono acquisite in un percorso di studi, generalmente sono il risultato di esperienze e campi di interesse personali, sono quelle competenze che possiamo applicare e trasferire da un contesto ad un altro e fanno riferimento ad esempio alle capacità di comunicazione, di organizzazione, di gestione delle situazioni e delle relazioni, di problem solving, capacità decisionali e leadership.

Professioni emergenti: il ritardo del sistema scolastico e universitario

Nei precedenti articoli abbiamo visto che la differenza tra domanda e richiesta nel settore digital è destinata ad aumentare nonostante l’aumento a doppia cifra dei laureati ICT (a tre anni dal picco di aumenti nelle immatricolazioni) e una diminuzione della dispersione dei diplomati ICT.

Il dato più rilevante, che emerge dall’analisi delle offerte di lavoro, è la crescente importanza attribuito al possesso di un mix adeguato di skill digitali e soft skill.

Acquisire questo mix di skill tecnologici, manageriali e soft in tempi rapidi richiede percorsi di studio più innovativi (anche con tecniche di autoapprendimento) e continua esperienza sul campo. Per fare questo è necessario puntare sull’allineamento dei percorsi di studio verso l’innovazione e l’interdisciplinarietà, fornendo così agli studenti le competenze necessarie per entrare direttamente nel mondo del lavoro, senza un ulteriore periodo di formazione.

Naturalmente per fare questo è indispensabile una maggiore cooperazione tra aziende, scuola, università e ricerca oltre che al continuo aggiornamento delle competenze dei docenti.

Leggi anche: Corsi di specializzazione tecnica post diploma che aprono al lavoro

Ampliamento dei percorsi professionali ITS nel settore ICT

Importante da questo punto di vista sarebbe puntare sull’ampliamento dei percorsi ITS nel settore ICT, gli unici al momento in grado di poter assicurare nel breve periodo un numero adeguato di professionisti in possesso delle competenze richieste in modo da sopperire alla carenza attuale e traghettare il paese nella nuova era digitale.

Allo stesso tempo è importante dal punto di vista istituzionale favorire e sviluppare le cosiddette politiche attive del lavoro rivolte a :

  • La domanda di lavoro: come per esempio le politiche di incentivazione delle assunzioni, la promozione di impresa e sviluppo locale;
  • L’offerta di lavoro: interventi a favore degli investimenti in capitale umano (istruzione, formazione, apprendistato, riqualificazione dei lavoratori disoccupati)
  • L’incontro tra domanda ed offerta, agendo sulla mobilità dei lavoratori e sulle azioni di ricerca di lavoro, l’orientamento professionale, la mobilità dei lavoratori.

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Guglielmo Ferrara

Sono un giovane laureato in Economia con la passione per il posizionamento SEO e l'innovazione. Lavoro nel campo della formazione professionale, un settore importante per dare opportunità di inserimento lavorativo a tanti ragazzi. In ITS mi occupo di posizionamento SEO e gestione di percorsi formativi.

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