Riforma Its, via libera della Camera

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23 Luglio 2021

Nel discorso programmatico in Parlamento, il premier Draghi ha parlato di Its, cioè di Istituti tecnici superiori, e li ha indicati come “pilastro educativo”, come accade da anni in paesi nostri competitor come Germania e Francia.

Al capitolo “Its” il Recovery Fund riserva un finanziamento importante, 1,5 miliardi di euro, 20 volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia.
«Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate» ha poi aggiunto il nuovo presidente.

Gli Its sono nati da una decina di anni in Italia, sfornano numeri sull’occupazione importanti, oltre l’80% degli studenti diplomati trovano una occupazione, nella quasi totalità dei casi l’impiego è coerente con il percorso di studio e lavoro svolto nel biennio di corso.

La chiave del successo è lo stretto legame con le imprese e i territori.

Dopo più di 10 anni di “start-up”, arriva la prima riforma organica degli Its – unico canale di formazione terziaria professionalizzante alternativo all’accademia – su cui il 20 luglio la Camera, all’unanimità (una notizia per un provvedimento scolastico), 409 sì, sette no e quattro astenuti, ha acceso semaforo verde.

Il testo, una ventina di articoli in tutto, (relatore Gabriele Toccafondi, Iv), passa ora al Senato.

 

Riforma degli Its: cosa prevede

1. Più spazio al mondo del lavoro

Le aziende dovranno essere presenti, anche in gruppi o reti d’imprese, nella fondazione Its di riferimento, e lo stesso presidente dovrà essere espressione del mondo produttivo.

2. Didattica integrata

Si conferma la didattica integrata, con il mix di lezioni ed esperienza nelle imprese e nei laboratori d’eccellenza, una prima chiave di successo degli Its, che hanno un tasso di occupazione medio superiore all’80%, con punte anche di 90 e 100%, per i diplomati a un anno da titolo, e nel 92% dei casi l’impiego ottenuto è coerente con il percorso formativo del ragazzo.

3. Requisiti docenti

Via tutti i limiti quantitativi relativi alle docenze, già oggi per oltre il 70% provenienti dal mondo del lavoro. L’unico requisito per diventare “professore” nell’Its sarà quello di essere in possesso di una esperienza maturata per almeno cinque anni nei settori produttivi correlabili all’area tecnologica dell’Its.

4. Nascita di un fondo dedicato

Per spingere gli Its nascerà un fondo ad hoc, con una dote di partenza di 68 milioni quest’anno, e 48 milioni dal 2022, risorse, aggiuntive rispetto a fondi Ue (con il Pnrr arriveranno 1,5 miliardi in 5 anni,ndr) e regionali, che dovranno servire anche a «finanziare interventi per dotare gli Its di nuove sedi, di laboratori e infrastrutture tecnologicamente avanzati».

5. Premialità

C’è anche una spinta più decisa su merito e premialità, prevedendo, d’intesa con le regioni, dei veri e propri standard minimi.

In pratica, se un Its per tre anni consecutivi riceve un giudizio negativo riferito almeno al 50% dei corsi valutati nelle rispettive annualità del triennio precedente, la regione revoca l’accreditamento e con esso si perde la possibilità di rilasciare diplomi e ottenere fondi pubblici.

 

Il rapporto tra Its e Università

Grazie alle ultime modifiche approvate si apre a una leale collaborazione con le università, che restano partner degli Its ma senza cannibalizzarli.

Anzi sviluppando insieme a loro, in piena autonomia, percorsi formativi flessibili anche in regime di alto apprendistato, attraverso patti federativi.

Positivo il giudizio delle imprese

«La larghissima convergenza in Parlamento è un segnale dell’importanza degli Its, su cui Confindustria da sempre è molto attenta – ha chiosato Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale umano.

Adesso bisogna potenziare subito l’orientamento verso famiglie e studenti.

Occorre anche migliorare alcune cose non secondarie della riforma: ad esempio va definitivamente superata la logica del bando annuale per il finanziamento, e serve dare alle Fondazioni Its prospettive di investimento di medio-lungo periodo, in particolare per realizzare nuovi sedi, laboratori e attività strutturali di orientamento, che sono fondamentali per rafforzare l’identità degli Its.

Sono certo che su questi temi, ora che il testo passa al Senato, il Parlamento metta la dovuta attenzione, anche con il contributo del governo che sugli Its ha dimostrato, attraverso il Pnrr, di puntare con convinzione»

 

 

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